28 dicembre 2007

from the AE to the VV : the 50 techno-house-dub-dubstep-sailcazzocosa albums of the year

Agoria - At the Controls [Resist]
Il precedente, a cura di Von Stroke, aveva un po' deluso: bel mix, per carità, ma gli At the Controls non sono soltanto dei bei mix, gli At the Controls ridisegnano qualcosa, non lo descrivono. Per fortuna poi arriva Agoria che mette tutto a posto ridisegnando il concetto di musica da decompressione.

Aesop Rock - None Shall Pass [Definitive Jux]
Del flow di Aesop Rock non si sente l'inizio e non si vede la fine. Si può solo provare ad allungare la mano per afferrare dei brandelli di questo flusso inarrestabile di paranoia liquida.

Andrew Weatherall – Sci-Fi-Lo-Fi [Soma]
La storia dei luoghi oscuri del rock mixata da un uomo che ha fatto la storia dei luoghi oscuri dell'elettronica. Dal rock-a-billy più malsano ai riff insanguinati dei Killing Joke, dalla voce angelica di Marc Bolan alle urla demoniache dei Cramps.

Battles - Mirrored [Warp]
La chirurgia musicale al comando.







Burial - Untrue [Hyerdub]
La manipolazione della memoria sonora dei ritmi spezzati produce una visione struggente e sfuggente della desolazione audiovisiva futura.



Chamillionaire - Ultimate Victory [Universal Motown]
Still ridin' dirty...






Deadbeat - Journeyman's Annual [~scape]
Da Montreal e Berlino, nuove rotte del dub del futuro.




Deepchord presents Echospace - The Coldest Season [Modern Love]
Il suono colto nel momento della sua dispersione nello spazio. La dissoluzione sonora del dub coniugata alla marzialità della techno ghiacciata dentro scenari d'inverni nordamericani. Una manciata di fotografie fuori fuoco che impiegheranno molto tempo prima di sbiadirci di dosso.

Digitalism - Idealism [Kitsuné]
Dopo una serie di granate da dancefloor come Zdarlight e Idealistic non era mica facile fare il salto al disco. I Digitalism ci riescono, magari non dando alle stampe il nuovo Homework ma tirando comunque fuori un dischetto niente male.

Disrupt - Foundation Bit [Werk Discs]
Digital Laptop Reggae: il suono dei pionieri del dub proiettato in una dimensione computeristica che finisce per incattivire l'impatto di basso e batteria.

El-P - I'll Sleep When You're Dead [Definitive Jux]
Anni di sperimentalismo hip-hop borderline concentrati in un disco della madonna.




Ellen Allien - Fabric 34 [Fabric]
Ascoltiamo troppi Fabric. Lo sappiamo.






Ewan Pearson – Piece Work [Studio !K7]
L'ascolto del primo pezzo, il remix di Manila di Seelenluft, basterebbe a sospendere l'ascolto e decretare l'imprescindibilità di questa raccolta di remix di uno dei più efficaci produttori sul mercato. Il resto è un viaggio all'interno del raddrizzamento degli immaginari batteristici più svariati, dal classico One, Two, Three No Gravity di Closer Musik ai remix per Pet Shop Boys, Depeche Mode, Mocky e Ladytron. Tutti pezzi rivestiti per uccidere rispettandone sempre il patrimonio ritmico.

Fairmont - Coloured in Memory [Border Community]
Jake Fairley, il nuovo amichetto di James Holden e Nathan Fake, si era fatto notare l'anno scorso con un pezzone chiamato Gazebo, remixato anche dal líder máximo dell'electro Anthony Rother. Coloured in memory inizialmente spiazza, poi inizia ad insinuarsi nel cervello e per estirparlo ci andrebbe la chirurgia.

Geiom – Island Noise [Berkane Sol]
Non ancora sentito. Inserito soltanto per mettere a tacere la vocina petulante di Dj Enzo che mi strilla nelle orecchie che i dischi dell'anno devono essere per forza 50.

Gui Boratto - Chromophobia [Kompakt]
Techno-tropicalismo di ritorno?






Guillaume and the Coutu Dumonts - Face a l'Est [Risquée]
Dio mi fulmini se so perché ho scaricato questo disco, perché l'ho ascoltato e pure perché mi è piaciuto.



Hot Chip - Dj Kicks [Studio !K7]
Basterebbe accusarli di avermi fatto conoscere quell'inno demenziale all'eccitazione che è Love Affair dei Nôze, ma non è solo questo. Tanta carne al fuoco, scelte notevoli e un filo conduttore tutto loro ma solidissimo. E nell'anno probabilmente meno entusiasmante della serie Dj Kicks, questo basta e avanza.

Klimek - Dedications [Anticipate]
Era da Grapes from the Estate di Oren Ambarchi che non mi prendevo bene per un disco così. Musica da atmosfera, ma non atmosfera tipo "cosa metto su per intortare la tipa", più una roba del genere "cosa metto su mentre guardo una mezz'oretta di tv spenta prima di suicidarmi".

LCD Soundsystem - Sound of Silver [DFA]
E' bello vedere James Murphy che torna sugli scaffali dei negozi di dischi. Ed è ancora più bello vedere che si è conservato in forma come e più che all'esordio.


Lil'Wayne – Da Drought 3 [Young Money Entertainment]
Qualunque cosa rappata da quest'improbabile voce da cartone animato sanguinario per noi va bene. Qualunque cosa pur di dare a Dj Enzo i suoi fottutissimi 50 dischi.


Luke Vibert - Chicago, Detroit, Redruth [Planet Mu]
Chicago e Detroit ormai sono luoghi dell'anima. Redruth, Cornovaglia, difficilmente lo diventerà mai. Ma Vibert è in giro da una dozzina di anni e ancora continua a suonare nuovo come nel '97. Respect.

Marcus Intalex - FabricLive 35 [Fabric]
Uno splendore. Uno dei migliori mix drum & bass mai sentiti, capace di coniugare ogni sfumatura e ogni mutazione del genere, commuovendo spesso (i due pezzi di Calibre) e colpendo duro quando serve (Jonny L).

Milanese - Adapt [Planet Mu]
Follia, electro e ritmi spezzati. Definitivo.






Modeselektor - Boogy Bytes Vol.03 [BPitch Control]
La sanità mentale di questi due personaggi è ancora tutta da provare e infatti ci voleva una dose massiccia di follia visionaria per far collidere così fragorosamente una tale quantità di generi e sonorità. Il risultato è esilarante. Non si capisce se sia il caso di scoppiare a ridere o di mettersi a ballare o più semplicemente di gioire sguaiatamente e basta.

Murmur – Undertone [Meanwhile]
Un oscuro disco dub techno uscito (?) a fine anno. Glaciale, ultraminimale, non si allontana di una virgola dal suono dei predecessori, eppure riesce a scavare una buca discretamente profonda. Il punto interrogativo è dato dal fatto che non sono riuscito a procurarmene una copia, il che mi fa dubitare della sua reale esistenza.

N-Type – Dubstep Allstars vol. 5
38 pezzi in 70 minuti. Un mix isterico, veloce non solo nei cambi di piatto, BPM spesso sopra la massima soglia consentita dall'immaginario dubstep senza perdere nemmeno un grammo in pesantezza. Senza nulla togliere alle indubbie skill in materia di crossfading, N-Type mette in chiaro che la bravura di un DJ consiste anche nella capacità di procurarsi i migliori dubplate sul mercato (29 su 38 in scaletta, tra cui spiccano Night di Benga e Coki e Alright What's Happenin' di Magnetic Man).

Phoneheads and the Dusseldolf Symphonic Orchestra – Live at Tonhalle
Un gruppo drum & bass che suona accompagnato da un'orchestra sinfonica dentro un teatro. Sulla carta non potevamo fare a meno di odiarlo, invece si è rivelata un'esperienza audiovisiva di prim'ordine e quando è finita ne volevamo ancora.

Playgroup and Alter Ego - The Kings of Electro [Rapster Records]
La storia dell'electro dai primi breakz di rap deviato fino all'imposizione della techno. Due portabandiera del genere mixano un doppio manuale di storia difficilmente prescindibile.

Popnoname - White Album [Italic]
Il trionfo del synth.






Ricardo Villalobos - Fabric 36 [Fabric]
Sono un pigro di merda, dunque mi autocito: "un mattone minimale nerissimo ed inquietante, [...] 74 minuti che ti fanno rimbalzare sul freddo delle percussioni e sul caldo delle - poche - voci [...] ma soprattutto sul narcisismo di ricardo".

Roll Deep – Rules and Regulations [Roll Deep Recordings]
Il Real Madrid della gestione Perez aveva dimostrato come troppi talenti insieme fossero destinati a fornire risultati deludenti, soprattutto se i suddetti talenti tendevano a concentrare le loro energie su obiettivi quali il denaro, il successo personale, i party selvaggi e la figa. Eppure Rules and Regulations raggruppa alcuni dei migliori talenti del grime contemporaneo, tutti concentrati sugli stessi obiettivi di cui parlavamo sopra, solo che questo disco spacca e il Real Madrid no. Vai a sapere...

Shackleton & Appleblim - Soundboy Punishment [Skull Disco]
Puro tribalismo guerriero, rappresenta forse la frangia ritmicamente più estremista del dubstep. Attenzione anche egli EP che l'hanno succeduto, tipo l'irrinunciabile Soundboy's Ashes Get Chopped and Snorted EP.

Skream – Rinse 02 [Rinse]
Vista la sua giovane età ci auguravamo di cuore, per non sotterrare definitivamente la nostra autostima, che questo geniale produttore lasciasse a desiderare almeno come DJ. Invece un cazzo...

Simian Mobile Disco - Attack, Decay, Sustain, Release [Wichita]
Forse dei quattro dischi che avrebbero dovuto scolpire su pietra il concetto di nurave (gli altri sono Klaxons, Digitalism e Justice) è quello che maggiormente esprime lo stato album compiuto. E non mancano nemmeno i singoloni.

Soulwax - Most of the Remixes... [Parlophone]
Insieme a Piece Work di Ewan Pearson è la raccolta di remix più definitiva dell'anno. Basti solo scorrere la lista dei pezzi in scaletta per esserne giustamente sopraffatti.

Tayo - FabricLive 32 [Fabric]
Un mix sorprendente e imprevedibile. Frullate dentro ci sono tutte le schegge impazzite del suono giamaicano. Non per niente la Soul Jazz ha poi assoldato Tayo, in veste di produttore, tra gli alfieri del Future Dub.

The Field - From Here We Go Sublime [Kompakt]
Al primo ascolto mi ha deluso: troppo iterativo, troppo omogeneo. E' successo che poi alla fine i punti deboli sono diventati i punti forti.



UGK - Underground Kingz [Jive]
Un disco mastodontico per forma e dimensione. Al fantasma del mentore DJ Screw qualche mese dopo si sarebbe unito quello di Pimp C, il che non fa altro che iscrivere prematuramente Underground Kingz nella storia del rap sudista. Il ricongiungimento di Bun B e Pimp C ha restituito per pochi mesi un gruppo al culmine di una carriera ventennale, che dopo la separazione coatta ritorna con un capolavoro di country rap codeinico accompagnato da una valanga di featuring eccellenti. Un disco molto più complesso e oscuro di quanto non facesse presumere a un primo ascolto, denso di storie dolorose e di interrogativi sulla thug life che lasciano un contributo indelebile al versante gangsteristico dell'immaginario hip hop.

Uusitalo - Karhunainen [Huume]
Il suono di cui è composto Kahrunainen è dance a cuore aperto, perfettamente funzionante ma con il velo squarciato e gli organi vitali in vista, uno sguardo dentro un meccanismo vivisezionato e manipolato alla luce del sole.

Vitalic - V Live [Citizen Records]
Su disco o dal vivo su disco Vitalic dimostra di essere un tamarro (ma questo lo sapevamo già) che sa come tenere per le palle i convenuti al suo set, tenendo alti i bpm e lanciando sciabolate di sintetizzatore che fanno lo stesso effetto delle paste. Non possiamo esserne certi, però, visto che le paste ancora ci mancano.

Von Südenfed - Tromatic Reflexxions [Domino]
Una scommessa improbabile. Ma oh, vinta a mani basse.





VV.AA. - 10 Tons Heavy [Planet Mu]
Mike Paradinas alla fine è un po' il Roman Abramovic del dubstep. Appena ha sentito rombare i bassi ha reagito staccano assegni a profusione e mettendo sotto contratto alcuni dei migliori talenti sulla piazza: Pinch, Distance, Oris Jay/Darqwan, Benga (alcuni li aveva già, tipo Boxcutter e Milanese, che facevano e continuano a fare altro, ma una botta ogni tanto non si nega a nessuno). Questa compilation raccoglie il meglior dubstep del catalogo Planet Mu, con tanto di bonus mix assassino firmato Hatcha. Non possiamo che gioire schiacciati da queste 10 tonnellate di pesantezza.

VV.AA. - 10 Years of Drum and Bass Arena (mixed by Andy C & Grooverider) [Resist]
I miei DJ drum & bass preferiti si smezzano un doppio album dentro il quale convivono gli ultimi singoli killer e alcuni classici del passato. Meno male che c'è ancora qualcuno che si ricorda cosa serve per farmi felice. Fermo restando che il mix di Andy C è talmente bello che non sono mai arrivato a sentire quello di Grooverider (libero!!!). E che sarei proprio curioso di sapere cosa succede a un pista piena di gente nel momento in cui parte Rockstar di TC, che comunque anche a ballarla da solo con le cuffie in testa regala dei bei momenti.

VV.AA. – 200 [Planet Mu]
La scuderia di Mike Paradinas: una parata di sovversivi del ritmo e corruttori dell'armonia che convivono dentro un pianeta alieno governato da un uomo che sta dedicando la sua vita a una folle parodia rumorista del suono sintetico contemporaneo.

VV.AA. – Basic Replay 1 [Basic Replay]
Anche questo non ancora sentito. Ma il giorno in cui una sottoetichetta della Basic Channel farà uscire qualcosa di non degno di essere incluso nella classifica dei dischi dell'anno di chiunque sarete liberi di abbattermi con una fucilata nella nuca.

VV.AA. - Box of Dub [Soul Jazz]
Skream, Digital Mystikz, Kode 9, Paul St. Hilaire, Scuba, Burial... Da registrarsi le defezioni di King Tubby e Gesù Cristo.




VV.AA. - Bpitch Control: Camping Compilaton 03 [BPitch Control]
Ancora Ellen Allien, questa volta nelle vesti di selezionatrice per la nazionale BPitch Control. Qualche convocazione sulla carta fa storcere il naso, ma in campo la squadra va e il successo è assicurato.


VV.AA. - Shut Up and Dance! Updated [Ostgut Tonträger]
Musica per balletti moderni, più o meno. Anche se la verità è che la tipa in copertina fa sangue che guai.



VV.AA. – The World's Heaviest Dubstep, Grime & Bass [Resist]
Questa compilation qui sinceramente non mi è piaciuta. Però l'eventualità di uscire con una lista di 49 dischi invece di 50 avrebbe probabilmente ucciso di crepacuore il povero Dj Enzo, quindi che cazzo... Butta dentro.

1 commento:

LG ha detto...

oh, nel silenzio oggi la biografia regalata dall'Oxford DNB è quella di John Peel: http://www.oxforddnb.com/public/lotw/1.html